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Tastiera virtuale Android. Ho provato SwiftKey 3 e..

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Tastiera virtuale Android. Ho provato SwiftKey 3 e..

Tastiera virtuale Android. Ho provato SwiftKey 3 e..

Sono ormai quasi due anni di ottima convivenza col mio Samsung Galaxy Tab 7.
Alla velocità con cui questi dispositivi Android si evolvono, il mio tablet è già un pezzo da museo. Fatto sta che ancora mi trovo benissimo e lo uso con grande soddisfazione per la posta elettronica, per i social, per la navigazione su internet e sulle strade del mondo reale.
L’unica pecca, evidente sin dall’inizio, è sempre stata la difficoltà nel digitare testi senza errori e velocemente con la tastiera virtuale.
Un po’ del problema è ascrivibile alla sensibilità del tocco sullo schermo (e quindi dipende dal dispositivo) e un po’ proprio alla reattività nel software (e qui Android Gingerbread non ci viene incontro). Senza parlare della modalità di predizione e autocompletamento delle parole di Samsung che è un vero e proprio incubo!

Tastiera virtuale Android. Ho provato SwiftKey 3 e..

Ho deciso quindi di provare qualche “enhancement” per la digitazione con la tastiera virtuale. La mia scelta è caduta su un prodotto che ha ricevuto ottime recensioni nel mondo Android: SwiftKey 3 Tablet Free.
Ne esiste anche una versione a pagamento ma, ovviamente, prima di sborsare i 4 euro volevo fare una prova.
L’installazione è, come sempre, semplicissima. Al termine si deve scegliere la lingua per il download del dizionario, si deve impostare SwiftKey come tastiera predefinita e scegliere se privilegiare la precisione o la velocità digitazione.
La tastiera, quando il tablet lo si guarda orizzontalmente, si suddivide in due gruppi di tasti. Ottimo per la digitazione con i pollici.
Mi è sembrato tutto molto veloce tranne per quel che riguarda il tasto che contiene la punteggiatura. Per far comparire le altre opzioni bisogna tenere premuto e poi far scivolare il dito sul menù per la scelta del segno di punteggiatura voluto. Se si stacca il dito dalla tastiera il menù scompare! Dalla lettura delle caratteristiche sembra una cosa voluta ma non mi piace per niente.
Anche per le lettere accentate c’è questo tipo di problema ma essendo le opzioni minori è minore anche la seccatura di far scorrere il dito.
La “predizione” della parola che si sta per digitare è già buona ma ha la possibilità di migliorare ancora imparando dalle cose che scriviamo su Facebook e Twitter o da Gmail.
Con la modalità “predizione”, purtroppo, lo spazio a disposizione per il testo viene ancora più sacrificato.

Se lo schermo viene messo in posizione verticale la tastiera si riduce ad una normale QWERTY, con la particolarità dei tasti leggermente più sottili di quelli della tastiera di base. Rimane la possibilità di avere la “predizione” del testo.

Anche un test veloce con la scrittura di un documento di testo con ThinkFree Office ha dato buoni risultati.
In conclusione: SwiftKey 3 for Tablet è promosso anche se il divario con l’esperienza di utilizzo con una tastiera fisica (ben fatta) è sempre notevole. L’app è utilizzabile da Android 2.1 fino al più recente Jelly bean

Modificare le associazioni dei file con programmi, le icone e la visibilità delle estensioni

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Modificare le associazioni dei file con programmi, le icone e la visibilità delle estensioni

Modificare le associazioni dei file con programmi, le icone e la visibilità delle estensioni

E’ relativamente semplice con Windows (qualsiasi versione) modificare il programma di default relativo ad una determinata estensione di un file (ad esempio aprire i .JPG con GIMP piuttosto che PHOTOSHOP).
ExtMan è però un programma standalone che oltre a gestire le associazioni estensioni dei file con programmi, permette anche di modificare le icone relative, la visibilità delle estensioni e le azioni dopo il download di un particolare tipo di file.
Scaricando un file .EXE normalmente si deve cliccare una conferma per avviarne l’esecuzione. Con ExtMan si può usare questa procedura anche con altre estensioni.
Di base il programma è in lingua tedesca ma cliccando sulla bandiera americana si avrà la versione in lingua inglese.

Link: ExtMan

vBulletin 4: la sintassi condizionale per i template

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vBulletin 4: la sintassi condizionale per i template

vBulletin 4: la sintassi condizionale per i template

vBulletin utilizza una sintassi proprietaria per permettere di personalizzare i template dei forum.
All’interno dei template per vBulletin si possono mostrare/posizionare elementi a seconda di determinate condizioni.
Ecco quelle più comuni

Se membri del forum:

<vb:if condition="$show['member']">Show this to members only</vb:if>

Se ospiti del forum:

<vb:if condition="$show['guest']">Show this to guest only</vb:if>

Se membri del gruppo

<vb:if condition="is_member_of($bbuserinfo, 1,2,3)">Show this to user group 
1, 2, and 3</vb:if>

Se utente specifico

<vb:if condition="$bbuserinfo['userid'] == 318713">Show this only to the 
member with the user id of 318713</vb:if>

Se non è utente specifico

<vb:if condition="$bbuserinfo['userid'] != 318713">Show this to every one 
but the member with the user id of 318713</vb:if>

Se moderatori

<vb:if condition="can_moderate()">Show this to all moderators</vb:if>

Se moderatore di un determinato forum

<vb:if condition="can_moderate($forum['x])">Show this if moderator is moderator 
of the forum with the id of x</vb:if>

Se moderatore del forum attuale

<vb:if condition="can_moderate($forum['forumid'])">Show this to the moderator 
of the current forum</vb:if>

Se l’id del forum è

<vb:if condition="$forum[forumid] == x">Show this if forum id is x</vb:if>

Se l’id del forum NON è

<vb:if condition="$forum[forumid] != x">Show this if forum id is not x</vb:if>

Se l’id del forum si trova tra questi id

<vb:if condition="in_array($forum['forumid'], array(1,2,3))">Show this to 
forum 1, 2 and 3</vb:if>

Se ci troviamo in questo script

<vb:if condition="THIS_SCRIPT != 'calendar'">Show this only on calendar.php</vb:if>

Se la variabile personalizzata è valorizzata

<vb:if condition="$customvar">Show this if $customvar is set</vb:if>

Se la variabile personalizzata è valorizzata ad un determinato valore

<vb:if condition="$customvar == blah">Show this if $customvar equals blah</vb:if>

Se la variabile personalizzata NON è valorizzata ad un determinato valore

<vb:if condition="$customvar != blah">Show this if $customvar does not equal 
blah</vb:if>

Esempio di utilizzo di else

<vb:if condition="$show['guest']">
Show this to only guest.
<vb:else />
Show this to all registered users
</vb:if>

Esempio di utilizzo con elseif

<vb:if condition="$show['guest']">
Show this to only guest.

<vb:elseif condition="is_member_of($bbuserinfo, 5,6)" />
Show this to user group 5 and 6 which is  mods and admins

<vb:else />
Show this to all registered users

</vb:if>

[via vBulletin.org Forum]

Cliplet: gif animate all’ennesima potenza

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Cliplet: gif animate all'ennesima potenza

Le GIF animate fanno parte della storia di internet.  Prima dell’avvento di Flash, sono state per lungo tempo l’unico modo per animare la pagine web.
Il problema era che si trattava di file molto pesanti da caricare, di qualità non eccelsa e che si aveva uno scarso controllo sulla sequenza delle immagini.
Da Windows Research arriva un tool molto carino e gratuito ma che gira solo su Windows 7 (a 32 e 64 bit): Cliplets.
Partendo da un filmato è possibile ad arrivare a GIF animate molto particolari.
Dov’è la novità? In estrema sintesi: con questo tool è possibile creare e gestire separatamente aree (layer) del filmato rendendone fisse alcune (background), mandando in loop altre e avviando altre ancora in qualsiasi momento della linea temporale.
Per capire basta guardare la GIF in testa a questo post (clicca sull’immagine o qui). Il getto della fontana  è in loop mentre tutto il resto dello sfondo è fisso.
Il risultato è molto carino e permette di risparmare tantissimo anche in termini KB.
Nel “vecchio modo”, la stessa immagine sarebbe pesata molto di più e si sarebbero notati maggiormente gli artefatti dovuti alla conversione in GIF.

Link: Microsoft Research Cliplets

Da grande voglio fare l’influencer. L’importanza per le aziende di un fenomeno che non va ignorato

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Da grande voglio fare l’influencer. L’importanza per le aziende di un fenomeno che non va ignorato

Da grande voglio fare l’influencer. L’importanza per le aziende di un fenomeno che non va ignorato

Solo qualche anno fa per essere definito un influencer era necessario essere un politico, una celebrità o un personaggio pubblico abbastanza noto. La rivoluzione digitale che ci ha travolto, ha però modificato ogni piccolo aspetto della nostra quotidianeità, dotando tutti gli individui del potere di dire la propria ed essere ascoltati semplicemente grazie ad un pc e ad una connessione internet da altre centinaia di migliaia di utenti. Si perchè tutti i personaggi del panorama web che oggi vengono ricoperti del titolo solenne di influencer hanno cominciato così, di tweet in tweet.

Ma come si potrebbe definire esattamente un influencer? L’Influencer è un esperto in un campo particolare, sempre aggiornato su trend e prospettive e quindi capace di influenzare decisioni all’interno della community che lo segue; un influencer può essere un giornalista freelance, un mago della comunicazione, un esperto dell’IT, una fashion addict e via dicendo. Gli influencers parlano solo di ciò che amano e di quello che li appassiona, e sono in parole povere i padroni dei social media. Sono loro che fin da subito hanno colto l’importanza di twitter e hanno capito come un solo tweet potesse fare la differenza, come ha dimostrato il caso Groupalia, alla quale un tweet un pò sconsiderato sul terremoto in Emilia è costato una vera e propria lapidazione sui social media. I social media sono strumenti incredibilmente potenti a causa della loro immediata viralità e l’influencer trova le ragioni della sua autorevolezza nella capacità di controllarli.

A questo proposito è nata una vera e propria nuova branca di Marketing, ossia il cosìddetto Influencer Marketing cioè il marketing dedicato allo stabilire relazioni con le persone in grado di influenzare in maniera significativa il popolo del web. Insomma per metterla su un piano più pratico, un retweet di un influencer ai suoi 30 mila followers è spesso molto più importante di qualsiasi campagna di advertising che può raggiungere le stesse 30 mila persone e la ragione è semplice: i followers sono legati all’influencer da un rapporto di fiducia, mentre la pura pubblicità non ha nessun appeal di questo tipo sul consumatore. Anche in Italia sono moltissime le aziende che hanno capito quello che sta succedendo e poco a poco le più coraggiose si aprono ai social media, riscontrando successi o facendo un bel buco nell’acqua. Tanto per citarne uno, il recentissimo evento #MeetFs organizzato da Trenitalia circa un mese fa, è ancora oggetto di animata discussione tra coloro che senza pietà ne hanno approfittato per riversare tutta la loro insoddisfazione nei confronti dei servizi offerti dall’azienda, e coloro che riconoscono alla compagnia il coraggio per essersi aperta forse un po’ ingenuamente alle feroci critiche dei suoi clienti influenti.

D’altro canto come già detto, riuscire a far parlare bene un influencer del nostro servizio può ripagare davvero bene. Ma cosa può fare un influencer per un’azienda? Ci sono molti modi in cui un influencer può far valere la proprio influenza a favore delle aziende, a cominciare dallo scrivere un post su di loro, condividere informazioni al loro proposito sui social media, accettare un guest post sul loro blog e infine premiare con un like o un +1 il contenuto da voi condiviso il che avrà degli effetti minori rispetto ai precedenti, ma non va comunque trascurato.

La parte più difficile poi è conquistarli questi influencer, si perchè loro non saranno mai testimonials, e l’unico modo per beneficiare di una fetta della loro social power è riuscire a coinvolgerli convincendoli della genuina validità del nostro prodotto o servizio, se non altro perchè la scarsa serietà della sua comunicazione alla sua community si rivelerebbe estremamente controproduttiva.

Giovanna Avino web writer freelance della piattaforma online per freelance twago

Gestione backup per MySQL con MySQLDumper

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Gestione backup per MySQL con MySQLDumper

Gestione backup per MySQL con MySQLDumper

MySQLDumper è una completa utility che permette la gestione dei backup MySQL.

Questo programma è utilissimo anche nel caso in cui, per esempio, è necessario importare una gran mole di dati tramite file .sql .
Grazie a istruzioni javascript evita il timeout dello script e le limitazioni di grandezza (normalmente intorno ai 2MB) imposte da tool come phpMyAdmin al file da importare.

Con MySQLDumper è possibile importare file fino al limite massimo imposto dall’opzione upload_max_filesize di php.ini. Per file di dimensioni superiori è sempre possibile inviare via FTP il file nella cartella /work/backup/ , il programma leggerà la presenza del nuovo file di backup e lo renderà disponibile per l’importazione.

Altre caratteristiche interessanti sono la possibilità di

  • inviare i backup a tre differenti server via FTP
  • impostare cronjob (necessario supporto Perl)
  • inviare i backup via email
  • suddividere un grande backup in più parti (saranno sempre riconosciuti come un unico backup)
  • cancellare automaticamente vecchi backup

Di non secondaria importanza è la facilità d’installazione del programma. In pratica basta uploadarlo in una cartella del server e modificare il file di configurazione. Si può lavorare su un solo database o su tutti quelli presenti sul server. Il programma funziona anche da SQL-Browser. Per quest’ultima funzione si deve dire che non può essere un sostituto di phpMyAdmin ma, lavorandogli a fianco, permettono di avere il pieno controllo sul database MySQL e su tutte le operazioni di sicurezza necessarie.

Link: MySQLDumper

Testare l’efficienza dei DNS

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Testare l'efficienza dei DNS

Testare l'efficienza dei DNS

Avere tra i parametri di configurazione server DNS performanti è parte essenziale di una connessione efficiente.
Tramite DNS Benchmark possiamo testare centinaia di server alla ricerca di quello che per velocità, efficienza, affidabilità e prossimità fa più al caso nostro.
Il tool è molto semplice da utilizzare. Lo si scarica e lo si avvia senza installazione.

Poi si deve cliccare sul tab Nameservers

Testare l'efficienza dei DNS

Dove viene effettuato un test con una lista precaricata di server, scelti tra quelli più popolari.
Al termine di questo primo test ci viene chiesto se vogliamo creare una nostra lista di 50 DNS effettuando una selezione tra una rosa di migliaia di server sparsi per il mondo.
Il test è automatico e, anche se lento, ci permette di scovare DNS che potrebbero essere più performanti di quelli migliori della prima lista.
Tale lista viene salvata sotto forma di file nella stessa cartella del programma con il nome DNSBench.ini .

Un chiaro grafico a barre evidenzia subito i servizi migliori che sono presentati anche in forma tabellare di dati e che poi è possibile esportare in formato CSV.

Testare l'efficienza dei DNS

NOTA BENE: è ovvio che il DNS più performante risulta sempre quello del proprio router se ci troviamo dentro ad una LAN. Quindi il test ha più senso se si è connessi direttamente alla Rete tramite il proprio modem

L’ultimo tab del programma porta ad una lista di conclusioni / considerazioni circa il test. E’ scritto in un inglese molto semplice e non tecnico che può aiutare chiunque a prendere contromisure nel caso in cui siano stati rilevati problemi

Testare l'efficienza dei DNS

In sintesi: il programma è utile, efficiente e aiuta a configurare una connessione ottimale.
Leggero e gratuito, lo consiglio tanto al professionista che all’utente base (a  patto che sappia lavorare sulle configurazioni di rete)

Link: DNS Benchmark

Nuove regole per i domini .it Rischio caos #noaccentate

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Nuove regole per i domini .it Rischio caos #noaccentate

Nuove regole per i domini .it Rischio caos #noaccentate

Dal 12 luglio 2012 sarà in vigore il nuovo regolamento per l’assegnazione dei domini .it redatto dal NIC.it.
Grazie a queste nuove regole i domini italiani potranno essere registrati anche con l’accento (quindi saranno ammesse àèéìòù) e caratteri non latini (Idn).
Come sottolinea Luca Perugini sul suo blog, il rischio è il caos, con le aziende costrette a registrare decine, se non centinaia, di varianti del proprio nome a dominio per tutelare il brand.
Luca calcola, ad esempio, che Fineco dovrà registrare 158 combinazioni diverse del suo dominio tra lettere accentate e caratteri non latini.
Sarà fin troppo facile fare phishing con un dominio del tipo www.finèco.it o www.fìneco.it e carpire i dati di ignari utenti.

Il sospetto che sia una mossa di tipo speculativo è forte.
Anche se il NIC si sta adeguando ad una normativa di tipo europeo, c’è la necessità di procrastinare l’introduzione del nuovo regolamento chiedendo almeno di impedire la registrazione dei nomi a dominio già esistenti ma declinati.

Se sei d’accordo con questa richiesta fai sentire la tua voce con un post, un twit (hashtag #noaccentate) o uno status su Facebook.

Link: la protesta su Twitter

 

Riconoscimento facciale di Facebook e privacy

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Riconoscimento facciale di Facebook e privacy

Riconoscimento facciale di Facebook e privacy

Facebook ha recentemente acquistato Face.com società specializzata nello sviluppo di un software che riconosce i visi delle persone all’interno delle foto e li associa a degli account.
L’obiettivo è palese, creare un sistema automatizzato che riconosca e tagghi le persone all’interno delle milioni di foto pubblicate ogni giorno su Facebook.
Ma se non ci andasse di essere taggati? Il tag equivale ad una notifica ad un pubblico più o meno vasto tra amici e conoscenti.

Quando si apre un account su Facebook le impostazioni sulla privacy di base sono molto permissive, quindi, se non vogliamo che siano inviate notifiche riguardo la nostra presenza in foto, dobbiamo espressamente dirlo.

  • Andiamo nelle impostazioni sulla privacy
  • Nella sezione “Diario e aggiunta di tag” clicchiamo su “Modifica impostazioni”
  • Nella sezione “Chi può vedere i suggerimenti dei tag quando vengono caricate foto che ti somigliano?” scegliamo “Nessuno”

In questo modo, nel momento in cui Facebook integrerà la tecnologia di Face.com, non saremo taggati.

[via ReadWriteWeb]

Creare e modificare video per YouTube

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Creare e modificare video per YouTube

Creare e modificare video per YouTube

Anche se questo uso rappresenta solo una parte delle sue potenzialità, Ezvid è il tool ideale per creare e modificare video da pubblicare su YouTube.
Nonostante la completezza e la facilità d’uso delle funzioni, Ezvid video editor è un programma gratuito.
Tra le sue caratteristiche troviamo

  • la possibilità di creare slideshow da immagini in JPG, PNG  GIF
  • lo screen recording (registrazione delle attività sullo schermo)
  • lo screen capture (istantanea del desktop)
  • modifica dei filmati
  • inserimento sottotitoli
  • lettura sintetizzata dei sottotitoli
  • inserimento di 20 colonne sonore royalty free (molto carine!!)
  • possibilità di inviare il filmato a YouTube direttamente all’interno dell’interfaccia

non è possibile inserire propri MP3, generalmente coperti da copyright, per evitare il ban dell’account da parte di YouTube.
Un buon prodotto adatto per esempio ai videogamers che vogliono far conoscere al mondo le loro prodezze.

Link: Ezvideo