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Aprire file di testo molto grandi (anche più di un 1GB)

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Aprire file di testo molto grandi (anche più di un 1GB)

Aprire file di testo molto grandi (anche più di un 1GB)

Capita talvolta che si debbano aprire file di testo molto grandi.
Spesso si tratta di file di log generati dai server per tenere traccia di determinati comportamenti come accesso e navigazione di utenti, oppure per segnalare problemi e possibili avvisi di sicurezza.
Aprire file che superano il gigabyte di grandezza può non essere operazione molto semplice. I normali strumenti messi a disposizione da sistemi operativi come Windows non sono adeguati.
Anche il semplice Notepad non è strutturato per gestire tanti dati. Per non parlare di editor più avanzati come Notepad++ che vanno direttamente in errore.
Come fare allora? Anche in questo caso ci viene incontro la Rete da dove può essere scaricato ed utilizzato un programmino molto semplice ma efficace: Large Text File Viewer.

Tale programma non si installa, è leggerissimo, occupa pochissima RAM oltre ad essere gratuito.
Aprire file anche di 4 GB è un’operazione semplice e veloce.
Ovviamente non dobbiamo aspettarci chissà quali caratteristiche avanzate da questo editor.
LTFW serve principalmente a leggere file e cercare testo. Molto comoda la possibilità di splittare lo schermo verticalmente per leggere affiancati due file di log.

Link: Large Text File Viewer

Ricostruiamo Città della Scienza

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Ricostruiamo Città della Scienza

Ricostruiamo Città della Scienza

Come probabilmente saprete, il 4 marzo la Città della Scienza di Napoli è stata ridotta in cenere dal gesto tanto schifoso quanto criminale di chi aveva interesse cancellare quel faro di cultura e speranza da un territorio già di per sé molto martoriato.
Senza tanti giri di parole, la priorità è quella di ricostruire subito la Città della Scienza

  • per non permettere alla violenza e alla tracotanza di vincere
  • per ricreare quel circolo virtuoso di cultura e ricerca di cui CdS provava ad esserne promotrice
  • per ridare ai bambini delle scuole lo spazio dove le scienze erano divertenti e amiche
  • per ricostruire lì dove prima l’industria e poi l’incuria aveva fatto solo danni

Ricostruire Città della Scienza significa recuperare un po’ di noi stessi. Non importa se napoletani, milanesi, catanesi.
Significa provare a riaccendere una luce contro il buio dell’ignoranza, dell’arroganza e della disperazione.

Ecco come aiutare

  • Numero solidale 45599 che funzionerà fino al 31 marzo 2013. Il valore della donazione sarà di 1 euro per ciascun sms inviato da cellulari Tim, Vodafone, Wind, 3, CoopVoce e Noverca. Sarà di 2 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Telecom Italia, Infostrada, Fastweb, TeleTu e Twt
  • Raccolta fondi tramite De Revolutione https://www.derev.com/revolution/ricostruiamo-citta-della-scienza/
  • Offerta consulenza https://cambiomerci.com/ricostruiamocittadellascienza
  • Bonifico intestato a Fondazione Idis Città della Scienza, Causale: Ricostruiamo Città della Scienza
    1. Banco di Napoli
      IBAN: IT41X0101003497100000003256

      SWIFT/BIC (per le rimesse dall’estero): IBSPTINA
    2. BNL
      IBAN: IT96T0100503408000000030000

      SWIFT/BIC (per le rimesse dall’estero): BNLIITRR

Il Flash Mob del 10 marzo

Altre info http://www.cittadellascienza.it/notizie/ricostruiamo-citta-della-scienza/

Windows: modificare i file bloccati o in uso

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Windows: modificare i file bloccati o in uso

Windows: modificare i file bloccati o in uso

Il caso più comune che possa capitare è quando si cerca di modificare il file hosts in Windows.
Se cerchiamo di aggiungere un valore succede che o ci ferma Windows, dicendo che non abbiamo abbastanza privilegi, o ci ferma l’antivirus (ogni antivirus decente non permette la modifica di hosts).
I modi per modificare il file hosts sono vari:

  • si disattiva temporaneamente l’antivirus
  • si esegue in modalità amministratore un editor come Notepad (clic col dx per avere questa opzione)

Se nessuno dei modi sopra descritti funziona, possiamo “prendere” possesso del file con Ownership.
E’ un’utility molto semplice. Permette di aggiungere al menù contestuale di un file l’opzione “Take Ownership”.
Dopo averla selezionata, il file sarà modificabile senza problemi.
Il sito del programmatore non è più raggiungibile per cui ospito il file da scaricare sul server del blog.

Link: Ownership

Link: Questa metodologia è più efficace

TI Cloud: il Cloud è finalmente per tutti?

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TI Cloud: il Cloud è finalmente per tutti?
TI Cloud: il Cloud è finalmente per tutti?

TI Cloud: il Cloud è finalmente per tutti?

Foto, video, documenti, e-book, per non parlare di file grafici, impostazioni, musica e quant’altro.
In poco tempo i nostri hard disk si sono riempiti di ogni genere di contenuto digitale. Ma tutto questo ben di Dio, che costituisce anche un bel pezzo della nostra vita reale, è al sicuro?
Se è vero che solo un utente su cinque fa regolarmente backup dei propri archivi, la risposta è ovvia.
Sono nati così i servizi che offrono spazio di conservazione nel Cloud (spazi distribuiti su server remoti raggiungibili attraverso internet). Dropbox è stato sicuramente un pioniere ma, pur essendo il servizio più famoso, non ha raggiunto quel livello di diffusione che ci si sarebbe aspettati.
Quali sono stati i limiti? Principalmente l’impressione che fosse un servizio riservato solo a smanettoni e a professionisti del pc; in seconda battuta il costo che, per quanto non eccessivo, raffredda sempre l’animo internauta.

Ecco adesso l’idea di Telecom Italia: offrire a chi possiede già, o acquista, una fornitura ADSL di tipo flat, il servizio TI Cloud, 200GB di spazio raggiungibili da qualsiasi dispositivo (sono quasi pronte le applicazioni per Android e iOS) e un client software che gestisce una procedura di backup automatizzata e sicura che affranca l’utente medio dal timore di perdere i propri archivi.
I dati vengono conservati su server italiani e protetti con crittografia AES (la trasmissione è via HTTPS), inoltre possono essere ripristinati anche su un dispositivo diverso da quello che ne ha effettuato la trasmissione.

Anche i blogger Marco Zamperinie Gianluca Neri hanno provato il servizio rimanendone favorevolmente impressionati. Il tutto è stato raccontato in un post sul blog Eraclito da Massimo Mantellini.

TI Cloud è il primo tentativo di diffondere, in maniera più vasta, lo storage nel Cloud. La semplicità di utilizzo, la fiducia nel marchio Telecom Italia e il costo, tutto sommato, abbordabile, possono creare i presupposti per il successo di un servizio utile che diventa necessario nell’epoca in cui i contenuti digitali sono sempre più parte della nostra vita. Voi che ne pensate?
Articolo sponsorizzato

 

Tenere traccia di chi smette di seguirti su Twitter

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Tenere traccia di chi smette di seguirti su Twitter

Tenere traccia di chi smette di seguirti su Twitter

Generalmente su Twitter si segue chi ci interessa seguire perchè twitta cose interessanti ma anche chi, pur non conoscendolo, inizia a seguirci.
Succede così: ci arriva in email la notizia che @tizio ha iniziato a seguirci e noi compiamo un’azione che si chiama in gergo “follow back”.
Molti di questi sconosciuti però iniziano a seguirci solo per indurci a entrare tra i loro follower. Appena carpiscono la nostra fiducia, smettono di essere tra i nostri follower.
Il perchè è tanto semplice quanto stupido. Una persona che ha molti follower ma segue pochi account “sembra” più importante di chi ne segue molti.
Dopo i recenti scandaletti di follower acquistati come polli alla fiera di campagna, questo è un altro metodo per assumere un’importanza posticcia.
Spesso poi, a compiere queste operazioni sono veri e propri robot che navigano tra gli account, seguendoli e, dopo aver ottenuto il “follow back”, smettono di seguirli.

Un po’ mi dava fastidio questo modo di fare ma non avevo tempo per capire chi lo attuasse.
Così mi sono iscritto a Unfollowers.me che ogni giorno mi manda in email quelli che hanno smesso di seguirmi ed io a loro volta li cancello.
E’ già capitato che lo stesso utente iniziasse a seguirmi più di una volta nella speranza di un “follow back”. Che tristezza.
Twitter è uno strumento innovativo e agile di informazione e scambio di contenuti. Come ogni bella invenzione, se ne può fare un uso distorto.

Link: Unfollowers.me

Magento: aggiungere link alle pagine del CMS nel menù superiore

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Magento: aggiungere link alle pagine del CMS nel menù superiore

Magento: aggiungere link alle pagine del CMS nel menù superiore

Magento, come ho scritto più volte su questo blog, è un’ottima piattaforma e-commerce ma abbastanza ostica da personalizzare.
I moltissimi temi disponibili per Magento spesso risolvono problemi di natura pratica andando incontro alle nostre esigenze, ma non sempre si riesce a trovare un tema che ci soddisfi in tutto.
Se si vuole, ad esempio, utilizzare il classico menù orizzontale superiore per linkare pagine create col CMS dobbiamo operare modificando un po’ il codice.
In Magento 1.7 Community Edition dobbiamo modificare

app/design/frontend/default/NomeDelTuoTemplate/template/page/html/topmenu.phtml (oppure header.phtml oppure un nome che indichi la zona superiore del template)

cercando il codice

 <?php if($_menu): ?>
<div>
<ul id=”nav”>
<li><a href=”/”>Home</a><li>
<?php echo $_menu ?>
</ul>
</div>
<?php endif ?>

e sostituendolo con
 <?php if($_menu): ?>
<div>
<?php echo $this->getLayout()->createBlock(‘cms/block’)->setBlockId(‘navigazione’)->toHtml() ?>
</div>
<?php endif ?>
in sostanza chiediamo di farci caricare il blocco statico chiamato navigazione invece della variabile $_menu
Nota che ho tolto anche i tag <ul id=”nav”><ul>
Il blocco statico lo creeremo come sempre andando in CMS->Blocchi statici->Aggiungi un nuovo blocco (io l’ho chiamato ‘navigazione’)
Ecco il codice da inserire (non considerare la classe associata al primo list item)
Magento: aggiungere link alle pagine del CMS nel menù superiore
In questo modo nel menù superiore del template di Magento non si caricheranno, ad esempio come spesso accade, le categorie merceologiche ma le pagine del CMS specificate nel blocco statico ‘navigazione’.
Ho preferito aggiungere qui i tag <ul> della lista non ordinata perchè se inseriamo solo i punti non ordinati <li> l’editor aggiunge <ul></ul> autonomamente. Inoltre possiamo avere anche un controllo più stretto sulla classe da applicare alla lista.
via [Summation]

Inviare un documento, un url o un pezzo di testo ad un computer in rete

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Inviare un documento, un url o un pezzo di testo ad un computer in rete

Inviare un documento, un url o un pezzo di testo ad un computer in rete

MinorityScreen è un utility freeware che permette di inviare documenti, indirizzi web o brani di un testo copiato semplicemente trascinandoli dallo schermo del computer sorgente a quello del computer obiettivo.
Può essere d’aiuto per chi non vuole utilizzare l’email o la condivisione dei documenti per l’invio degli oggetti di cui sopra.
Il video qui sotto può spiegare meglio di tante parole.

Link: MinorityScreen

Magento: problema “Could not determine temp directory, please specify a cache_dir manually”

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Magento: problema "Could not determine temp directory, please specify a cache_dir manually"

Magento: problema "Could not determine temp directory, please specify a cache_dir manually"

Subito dopo la prima installazione di Magento può sorgere un problema, dovuto a permessi limitati, che non consente la creazione di cartelle sul server.
Il problema viene segnalato da Magento con un riferimento ad un numero di log che poi viene immagazzinato in /var/report/ sul server.
Nella prima riga di questo report si legge

Could not determine temp directory, please specify a cache_dir manually

In sostanza non è stata trovata la directory che permette di utilizzare il sistema di cache di Magento.
La soluzione sta nel creare manualmente la cartella /tmp/  nella root e impostargli i permessi su 777 o 755 (dipende dalla configurazione del server).
Poi si deve aprire lib/Zend/Cache/Backend/File.php e cercare il codice

protected $_options = array(
‘cache_dir’ => null,

e sostituire con

protected $_options = array(
‘cache_dir’ => ‘tmp’,

Adesso si dovrebbe utilizzare la piattaforma ecommerce senza ricevere più questo tipo di errore.

 

Moodle: problemi installazione

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Moodle: problemi installazione

Moodle: problemi installazione

L’installazione di Moodle, la nota piattaforma open source per l’ e-learning, è stata resa molto semplice tramite una procedura guidata.
Dopo aver uploadato tutti i file sul proprio host, ed aver creato preventivamente il database che ospiterà la piattaforma, basta collegarsi via web al dominio e la procedura parte in automatico.
Spesso, però, si incontrano problemi dovuti alla cartella dove devono risiedere i file inviati dagli utenti.
La cartella, che di default si chiama “moodledata”, deve essere creata al di fuori di quelle raggiungibili via web e deve avere permessi di lettura/scrittura.
Se non sono rispettate queste due condizioni la procedura guidata non va avanti.
I messaggi di errore più comuni informano che la cartella che contiene “moodledata” non ha i permessi di lettura e scrittura, oppure che la cartella stessa si trova in posizione non sicura

La posizione della Cartella dei dati non è sicura

Se per forza dobbiamo creare la cartella all’interno di quelle accessibili via web possiamo renderla non accessibile tramite la creazione di un file .htaccess da inserire all’interno di “moodledata” con queste istruzioni

order deny,allow
deny from all

Sfortunatamente la procedura d’installazione di Moodle non riconosce questa azione di “messa in sicurezza” della cartella e non ci fa andare avanti comunque.
L’unica alternativa che ho trovato è quella di modificare manualmente il file di configurazione.
Si trova nella root della cartella dove abbiamo messo i file di Moodle e si chiama config-dist.php .
Sostanzialmente dobbiamo solo inserire i dati riguardanti la connessione al db (tipo di db, nome del db, user del db e password)

$CFG->dbtype = ‘mysqli’; // ‘pgsql’, ‘mysqli’, ‘mssql’, ‘sqlsrv’ o ‘oci’ (quasi sempre mysqli)
$CFG->dblibrary = ‘native’; // ‘native’ only at the moment
$CFG->dbhost = ‘localhost’; // quasi sempre localhost
$CFG->dbname = ‘moodle’; // nome del database
$CFG->dbuser = ‘username’; // username del database
$CFG->dbpass = ‘password’;//password del database

poi decommentiamo (leviamo le //) l’istruzione riguardante la password SALT e inseriamo una trentina di caratteri casuali tra gli apici

$CFG->passwordsaltmain = ’34yt5734nd34y9y4yd34n9935&!!&%hrTH%$y@6&*1′;

infine indichiamo l’url dell’installazione Moodle e il percorso assoluto della famigerata cartella dati

$CFG->wwwroot   = ‘http://www.miodominio.it/moodle’;
$CFG->dataroot  = ‘/home/miodominio.it/moodledata’;

Il resto possiamo lasciarlo uguale.
Rinominiamo il file da config-dist.php a config.php e riaccediamo al dominio.
Vedremo che avremo saltato la fase dell’installazione su cui ci eravamo fermati e saremo passati a quella della prima configurazione.

Link: altre info sull’installazione di Moodle 2.4

SynWrite: un’alternativa ai soliti code editor

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SynWrite: un'alternativa ai soliti code editor

SynWrite: un'alternativa ai soliti code editor

SynWrite è un code editor avanzato, utilizzabile in modalità portatile, che può essere una valida alternativa ai soliti Notepad++ e PSPad.
E’ presente la classica colorazione del codice (ovviamente personalizzabile), l’autocompletamento, l’indentazione, la creazione di macro e hotkeys e la visualizzazione ad albero di classi, funzioni, oggetti e variabili.
Nella visualizzazione di default compare anche un pannello contenente lo storico della clipboard. Un plus molto utile in tante occasioni.
Sono riconosciuti tutti i più diffusi linguaggi di programmazione per il web e non solo (vedi qui).
Il trasferimento  sul server dei file modificati può essere effettuato tramite il client FTP/SFTP integrato.
Per esperienza, però, il mio consiglio è di usarlo solo raramente e di tenere separate le funzionalità usando per l’FTP un programma specifico come FileZilla.
Insomma, SynWrite è un onesto ed efficace code editor che può riservare più di una sorpresa positiva nel suo utilizzo.

Link: SynWrite