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Haters, stalkers e compagnia non bella: breve guida alla difesa

Un tempo aggiornavo questo blog con frequenza quasi quotidiana. Questo mi aveva portato ad avere un buon numero di lettori (ricordo picchi di 8000 visitatori unici) ed anche il pensiero di farne una vera attività lavorativa.
Fu il pensiero di solo qualche mese perchè, a fronte di un grande impegno quotidiano, non corrispondevano molte entrate.
L’aspetto positivo fu che il mio nome iniziò a circolare come consulente informatico e mi feci un buon numero di clienti, alcuni buoni e altri pessimi. Ma questa è un’altra storia (come direbbe il buon Lucarelli).

Il problema più seccante di questa micro-notorietà fu che anche un po’ di squilibrati si affacciarono sul mio blog e iniziarono a contattarmi.
Si andava da quello che ti chiedeva consigli in serie perchè era una persona sola e credeva, facendo così, di farsi un amico. A quello decisamente fuori testa che credeva di aver letto chissà che tra le righe di un qualche mio post e su quello costruiva una sua fantasia con un nemico da combattere e minacciare. Al possibile cliente che dopo avermi fatto fare mille preventivi, analisi e proposte tecniche dava di matto offendendo e, di nuovo, minacciando.

Fortunatamente con nessuno di questi si è mai andati oltre le minacce pesanti ricevute via posta elettronica, i social o il form contatti di questo blog.
Premesso che oltre un certo limite, che stabilirete voi, è indispensabile denunciare tutto alle autorità competenti voglio dare qualche dritta per barcamenarsi in queste situazioni. Nel mio caso queste soluzioni hanno funzionato.

Con la persona che mi importunava su qualsiasi social (stalkerizzava principalmente su Facebook e su Messenger) chiedendomi “consigli” sulla tecnologia, dapprima ho provato a rispondere con gentilezza (come faccio quasi sempre con tutti). Poi ho iniziato a rispondere con voluto ritardo ai messaggi. Poi ancora a dire che non avevo tutto questo tempo da dedicargli. Infine, visto che anche i discorsi sensati non avevano efficacia, ho bloccato questa persona sui social/chat e anche sul blog (puoi bloccare l’ip su WordPress).
Lui si è iscritto con altri nomi e altre identità anche su Facebook ma è bastato non accettare nuove, sospette, amicizie e blacklistare i nuovi IP.

Più spiacevole è stata la storia con lo psicopatico che credeva di essere stato danneggiato da un mio post (era citato un software di non mia produzione che andava in concorrenza col suo).
Lì le minacce sono state molto pesanti. In quel caso consiglio di segnarvi sempre orari, IP di provenienza e fare screenshot del testo che vi è arrivato. In WordPress col popolarissimo plugin Contact Form  puoi far aggiungere, senza che l’utente che ti contatta se ne accorga, alcuni dati che possono aiutare a individuare chi ti scrive (aggiungi IP e user agent all’email da form contatti).
In questo caso, il mio consiglio è di tenere duro e non rispondere mai. Generalmente queste persone se non hanno soddisfazione nelle risposte delle loro vittime, volgono la loro malata attenzione verso qualcun altro.

Forse la categoria di stalker più insidiosa è stata quella del possibile cliente.
Soprattutto quando sei alle prime armi, cerchi di raccogliere più contatti possibili e metti in conto che il possibile cliente possa essere una persona difficile o un po’ stramba.
Considerate anche che esistono persone che vogliono solo farvi perdere tempo con richieste assurde o con una strana, ossessiva pignoleria, per esempio, nella stesura di un contratto.
Loro magari fanno tutt’altro nella vita ma per darsi un tono, forse per riempire un’esistenza altrimenti vuota, si improvvisano grandi imprenditori.
In questo caso potrebbe bastare prendere più informazioni possibili sulla persona, sulla sua presunta attività o cercare qualcuno che ci abbia già lavorato.
Se non basta, il mio consiglio è che se qualcuno vi fa salire troppo la pressione e il livello di stress, non ne vale la pena. Niente vale la vostra salute psichica e fisica.

Finisco questo post con la soluzione più estrema: la cancellazione dal o dai social.
Dicono che si possa vivere anche senza social.
Ci sono tanti motivi per cui si possa volere eliminare account instagram o cancellarsi da qualsiasi social .
Non è una resa contro gli haters, stalkers ecc. ma un modo per resettare una situazione che era diventata insostenibile.
Si può ricominciare nella vita reale, non lo possiamo fare anche in quella virtuale?

Sergio Gandrus: Da febbraio 2024 lavoro come CTO presso Deva Connection Il mio stack è PHP/MySQL/Git/Docker. Lavoro con Agile (Scrum) e utilizzo principalmente AWS come cloud provider. Sono papà e marito. Nel tempo libero mi piace leggere, il buon vino e viaggiare.
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