TOL.IT: come perdere un buon cliente in poche mosse

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TOL.IT: come perdere un buon cliente in poche mosse

Questa è la storia del rapporto con il mio ex fornitore di servizio hosting TOL.it.
Spero che possa essere d’aiuto a qualche collega ma anche a coloro che lavorano in TOL.it per poter migliorare il servizio che offrono.

Parte 1

Quando 4 anni e mezzo fa decisi di dare le dimissioni dall’azienda presso cui ero impiegato e cominciai la carriera da professionista del web, ero in cerca di fornitori affidabili.
Per chi offre servizi legati a internet, un buon provider di hosting è fondamentale.
Scelsi TOL.it perchè precedentemente lo avevo provato con formule del tipo “hosting condiviso” con clienti senza particolari esigenze e mi ero trovato bene.
Per me, invece, scelsi una formula che prevedeva 2Gb di spazio, pannello Plesk e N domini da poter registrare.
Il primo impatto fu spiazzante in quanto l’interfaccia utente che mi permetteva di gestire il mio rapporto con TOL (acquisti di domini e servizi supplementari) era a dir poco criptica e anche malfunzionante. Ancora oggi se mi autentico qui arrivo qui (che diavolo è subdomain-hotel.gif???)
Tuttavia, dopo un primo tempo di rodaggio, cominciai a farci l’abitudine e, soprattutto, l’assistenza era veramente disponibile e veloce. I dubbi venivano fugati in breve tempo e c’era una certa elasticità nel risolvere problemi creati dalla mia inesperienza verso le loro procedure.

Solo i rinnovi dei domini e dei servizi mi creavano qualche problema perchè questi si rinnovavano automaticamente e non c’era (e non c’è) alcun pannello di controll0 che mi facesse capire chiaramente se avevo provveduto al pagamento e/o mi ero scaricato la fattura. Le disdette dovevano essere fatte 30 giorni prima della scadenza naturale del dominio (altra regola opinabile).
Per molto tempo, però, non ho avuto alcun tipo di problema legato alla qualità del servizio.
In 3 anni sono arrivato ad avere anche 40 progetti attivi su TOL.it. Questo stesso blog si può dire che sia “cresciuto” lì.

I problemi cominciarono quando il server Windows (ebbene sì, da allora in poi solo Linux) dove si trovava la mia porzione di hosting autogestito iniziò a dare i numeri.
Siti irraggiungibili, servizi che cadevano e tecnici che non arrivavano a capo del problema.
Fino al disastro totale. Rottura del hard disk, così mi fu detto, con conseguente perdita dei dati.

Decine di clienti inferociti che mi martellavano e, dall’altra parte, tecnici che evidentemente non dovevano tenere a bada solo me.
Anche io, che non sono un grande hardwarista, so che con una configurazione RAID 1 è possibile garantire la continuità del servizio.
Allora perchè non lo è stato fatto con quel server? Mistero.

Dopo più di 20 giorni di lotte e di recupero dati tramite un loro vecchio backup e alcuni miei parziali, si riuscì a tornare ad essere visibili senza alcuna denuncia da parte dei miei clienti.
Consiglio per i colleghi: indicate sempre, nei contratti che fate sottoscrivere ai clienti, che la visibilità del sito o il funzionamento dell’applicazione può non dipendere da voi e che quindi non ne siete legalmente responsabili.

Fine prima parte

TOL.IT: come perdere un buon cliente in poche mosse